Quante volte la massima “è la crisi del settimo anno”, ha giustificato un
momento di impasse nella nostra vita affettiva.
Personalmente, lo estenderei anche alla vita professionale: è
ciò che
è accaduto a me!
Dopo sette anni vissuti serenamente sul luogo di lavoro, con intorno
persone care, in un ambiente conosciuto, ho sentito il bisogno di lasciare la
“vecchia” realtà per misurarmi con una
nuova.
Certo, il mio è un salto nel buio; lo so!
Ma ad un tratto NON mi sono piaciuta più, non ero più io.
Dopo anni si diventa, per gli altri, scontati. Tutti di te hanno la stessa
opinione e ti ripetono la bella e brava persona che sei, la tua solarità, la
tua professionalità e discrezione.
Nessuno va oltre quelle tue doti e guai a mostrarsi “diversa” o
meglio, a far vedere l’altro tuo lato ,che pure c’è, ESISTE e viene sollecitato
dagli stimoli esterni.
Noi esseri umani non possiamo essere scontati, ma siamo in continuo
divenire che è dato da tanti fattori: età, esperienze, ambiente circostante…
Siamo duttili e dinamici e soprattutto LIBERI!
Ho sentito, così, il bisogno di nuova linfa per non appassire.
Non sempre siamo tenuti a farci apprezzare per le nostre buone qualità: gli
altri devono accettare anche i nostri momenti “down”, le nostre manifestazioni
meno edificanti, ma tanto umane.
Sarebbe bello essere amati e amare tutti senza condizioni, ma è
impossibile: saremmo in” odore di santità”.
Meglio, dunque, ricominciare con altri stimoli e lasciar fare al tempo e,
se non dovesse andar bene, possiamo cambiare ancora…
Condizionati sì, ma liberi dentro!
Un saluto a voi. Marta